A spasso con le emozioni

In un periodo in cui siamo travolti dalle emozioni, abbiamo voluto
esplorarle un po’ per diffonderne l’importanza. Conoscerle  per poterle
regolarle: capire la funzione delle emozioni ci serve a decidere il nostro
comportamento.

Il nostro consultorio ha iniziato una buona collaborazione con il settimanale La Voce, che ha pubblicato e continua a pubblicare un intervento settimanale che mette a tema proprio le emozioni.

In sintesi stiamo perciò andando a spasso con tristezza, gioia, paura etc., sia dal punto di vista teorico che da quello pratico, nel contesto della vita quotidiana

La collaborazione coinvolge anche Umbria radio Inblu dove gli autori degli articoli sono intervistati. Potete cercare gli articoli  https://lavoce-ita.newsmemory.com/
 e consultare il sito            www.umbriaradio.it

IL CORPO E LE EMOZIONI

Chi non ha mai provato la sensazione delle farfalle sullo stomaco o sentito battere forte il cuore per amore? Tremare le gambe all’interrogazione? Arrossire di fronte a qualcuno che ci fa provare vergogna? Sentir prudere le mani dalla rabbia!

L’elenco potrebbe durare ancora e così, le sfumature delle nostre percezioni legate alle emozioni. Inevitabile quindi, non cogliere lo stretto legame che le unisce al corpo.  A dimostrarlo oggi ci sono numerosi studi. Addirittura, è stata creata, da ricercatori finlandesi, una mappa corporea delle emozioni grazie ad un campione di 700 volontari provenienti dalla Finlandia, dalla Svezia e da Taiwan, i quali hanno individuato le parti del corpo interessate ai diversi stati emotivi. I risultati sono stati sorprendentemente coerenti anche tra le diverse culture. Le emozioni sono universali, non sono apprese, ma innate.

Ciò ci dimostra come non sia affatto possibile pensare che corpo ed emozioni siano due realtà separate. Lo scrittore Ekhart Tolle scrive che l’emozione sorge laddove mente e corpo si incontrano. È perciò chiaro che se vogliamo parlare di che cosa ci accade fisicamente non possiamo far finta che non c’entrino le emozioni e viceversa. Il corpo somatizza quelle emozioni forti che il più delle volte non trovano il giusto riconoscimento e accoglienza in noi.

Anche la medicina orientale cinese, ad esempio, considera il mal-essere la distanza eccessiva tra la dimensione emotiva spirituale e quella razionale ed insegna a noi oggi, dopo 3000 anni, che è l’unico modo per potersi riappropriare di se stessi, della propria vita, della propria sfera emozionale, del proprio benessere. Ricompattare queste dimensioni vuol dire dedicarsi del tempo per uscire fuori dal caos di tutti i giorni.

È necessario quindi, prendersi cura del proprio ben-essere psico-fisico e, attraverso la consulenza familiare, possiamo cominciarlo a fare imparando ad osservare, ascoltare il nostro corpo, dare un nome alle sensazioni, riconoscere i pensieri e le relative emozioni che generano. Riconoscere le emozioni, accogliere anche quelle che apparentemente possono sembrare negative ci aiuta a stare in contatto con il nostro Io, ci aiuta a divenire consapevoli, ma soprattutto a prenderci cura di noi stessi, a vivere in pace con noi e con chi ci è vicino. L’ascolto, la conoscenza di se stessi ci permette di affrontare le sfide del quotidiano con maggiore sicurezza, perché diventiamo capaci di riconoscere prima di tutto i nostri limiti e fragilità che non rappresentano degli ostacoli ma stimoli per migliorarci continuamente.

Sabrina Marini Consulente familiare, Direttrice del Consultorio La famiglia di Palazzo di Assisi,  referente AICCeF Umbria

LE EMOZIONI NEL QUOTIDIANO: LE RELAZIONI

Le emozioni accompagnano molti momenti della nostra giornata e spesso siamo costretti come sostiene la filosofa contemporanea Martha Nussbaum a dover “misurarci con il caotico materiale del dolore e dell’amore, della rabbia e della paura, e con il ruolo che queste tumultuose esperienze giocano nel pensiero”. Ci troviamo spesso a sperimentare le numerose difficoltà nel gestire e tollerare lo stress di una vita sempre più frenetica, piena di impegni, difficoltà e problemi. La serenità, la pace con se stessi diventa quasi un’utopia e pensare alla pace nelle relazioni diventa quasi un paradosso.

Può sembrare impossibile trovare quello spazio che permetta di ri-centrarsi, di ricontattarsi. In qualche modo si è sempre meno capaci di sviluppare un dialogo interiore in grado di filtrare i diversi stimoli e pensare alle diverse azioni da compiere.

Numerose sono le difficoltà relative al non capire gli altri, ma il più delle volte dipende dal fatto che non riusciamo a capire noi stessi. Pertanto, il processo di autoconsapevolezza, di conoscenza partendo dal riconoscimento e accettazione delle proprie emozioni è fondamentale, perché non conoscere le emozioni vuol dire attribuirle agli altri, vuol dire avere sempre dentro un nemico. 

A questo proposito può essere utile il riferimento ad una storia Zen dove si racconta come un monaco non riuscisse a meditare a causa di una visione che lo disturbava, un lupo inferocito. Chiese consiglio al suo maestro che gli consegnò un pennarello per disegnare una croce sul petto del lupo, questo atto lo avrebbe fatto scomparire. Il monaco un po’ titubante ma anche fiducioso del suo maestro si rimise a meditare. Quando comparve il lupo riuscì a disegnargli con il pennarello la croce sul petto. Corse tutto felice dal maestro per raccontargli del suo atto e per chiedere spiegazioni su quanto accaduto. Il maestro gli fece notare il suo petto e la croce disegnata, la stessa fatta al lupo. Il monaco capì che le paure non erano altro che il frutto dei suoi pensieri.

Questa storia sottolinea come sia importante riconoscere ciò che accade prima di tutto in noi, attraverso il contatto con il nostro mondo interiore fatto di zone d’ombra, di fragilità, ma anche di forza e di coraggio, di risorse.

Nella Consulenza Familiare, quindi, possiamo conoscere e migliorare quelle abilità comportamentali necessarie per una sana comunicazione e appartenenza al contesto sociale, imparare a reagire in modo sano alle critiche per vivere in armonia con gli altri.

Sabrina Marini Consulente familiare, Direttrice del Consultorio La famiglia di Palazzo di Assisi,  referente AICCeF Umbria

… E QUANDO HO UNA CRISI A CHE SERVONO LE EMOZIONI?

SOS CONSULENZA FAMILIARE E CONIUGALE

Dopo aver definito le emozioni primarie innate, le loro funzioni, come si sviluppano e si regolano o meno, ora ci chiediamo: perché sono così importanti nella vita di ognuno? Che possiamo fare quando siamo in difficoltà con esse? Ribadisco il concetto che senza emozioni non possiamo vivere perchè sono alla base dei nostri desideri, delle nostre intenzioni e delle nostre scelte comportamentali.

Può accadere che in un certo momento della vita, viviamo un momento di crisi: una situazione o una relazione che ci mette in difficoltà, il bivio di una scelta, un momento di solitudine ecc., ed è proprio in queste occasione che sentiamo che da soli non ce la facciamo, abbiamo bisogno di qualcuno che guardi la cosa da un’altra prospettiva, che ci faccia da specchio, che illumini la nostra strada.

La consulenza coniugale e familiare, rappresenta una relazione di aiuto rivolta a chiunque abbia bisogno di essere accompagnato a riscoprire i propri punti di forza e a rivedere i punti di debolezza come un’opportunità di crescita e cambiamento. La relazione di aiuto con consulenti, formati nelle apposite scuole, si propone non tanto di risolvere il problema, quanto di definirlo: dove è il problema o quale è.

Per esempio: X richiede una consulenza perché si è bloccato negli studi. Partendo da questo fatto concreto, esploriamo i disagi corporei percepiti (abbiamo visto la scorsa settimana che ogni emozione ha un suo linguaggio corporeo): “sento una stretta allo stomaco”, “ho tachicardia e sudorazione”, ”mi manca il respiro”,” le mie le gambe che non possono stare ferme”. A queste sensazioni corporee si associano dei pensieri: ‘devi fare il tuo dovere’, ‘non ti vergogni a non riuscire a presentarti all’esame? ‘ devi farcela da solo, e così via. Questa musica di sottofondo, suscita un’emozione, un sentimento a cui va dato un nome perché è da questo che si genererà un’intenzione, un desiderio, un bisogno, verso un’azione o una non azione. Ecco che essere sostenuti in consulenza, nell’esplorazione della definizione di ciò che viviamo e sentiamo nel qui ed ora ci aiuta a focalizzare e a dare un nome al problema, a guardarlo da un’altra prospettiva che ci aiuterà a cambiare, o rinforzare, o decidere il nostro comportamento.

In maniera un po’ riduttiva e succinta è questo quello che facciamo in consulenza: un servizio gratuito di accompagnamento al singolo, alla coppia, alla famiglia, perché “Se posso fornire un certo tipo di relazione, l’altra persona scoprirà dentro di sé la capacità di usare quella relazione per la crescita e si verificherà il cambiamento e lo sviluppo personale”. (C. Rogers)

Angela Passetti Consulente Familiare  Consultorio La Famiglia di Palazzo di Assisi

A spasso con le emozioni

In un periodo in cui siamo travolti dalle emozioni, abbiamo voluto
esplorarle un po’ per diffonderne l’importanza. Conoscerle  per poterle
regolarle: capire la funzione delle emozioni ci serve a decidere il nostro
comportamento.

Il nostro consultorio ha iniziato una buona collaborazione con il settimanale La Voce che ha pubblicato, e continua a pubblicare, un intervento settimanale che mette a tema proprio le emozioni.

In sintesi stiamo perciò andando a spasso con tristezza, gioia, paura etc., sia dal punto di vista teorico che da quello pratico, nel contesto della vita quotidiana

La collaborazione coinvolge anche Umbria radio Inblu dove gli autori degli articoli sono intervistati.

Potete cercare gli articoli  https://lavoce-ita.newsmemory.com/
 e consultare il sito            www.umbriaradio.it

Questo il primo articolo

LE EMOZIONI E LORO FUNZIONI

Il termine Emozione deriva da e-movere, ossia muovere verso l’esterno: quindi l’emozione ci fa spingere verso qualcosa o qualcuno fungendo da ponte di collegamento tra il mondo interno e quello esterno.

Quando arriva uno stimolo dalmondo esterno noi reagiamo in base all’emozione che stiamo sentendo in quel momento, anche se non sempre ce ne rendiamo conto: se impariamo a dare un nome a quell’emozione, sapremo come ci raccontiamo ciò che avviene e questo ci aiuta a dare significato alla nostra storia e a decidere il comportamento da tenere.

 Facciamo un esempio: di fronte ad un evento, una cosa è affrontare le situazioni con una emozione di fondo di gioia, una cosa è affrontare la stessa situazione se siamo orientati verso il disgusto, o con paura o altro.

Quindi le emozioni in breve hanno tre funzioni principali: 1) preparare il soggetto all’emergenza o ad affrontare le situazioni impreviste mediante i cambiamenti fisiologici: se vedo un pericolo scappo o mi congelo o attacco. 2) far percepire all’individuo che cosa ‘sente’ in seguito ad un evento, permettendogli di regolarlo e decidere come reagire. 3) far conoscere agli altri il proprio stato emotivo.

Nelle relazioni connettersi con le nostre e le altrui emozioni permette di regolare di facilitare la comunicazione e la relazione stessa: alla rabbia si risponde con l’ascolto e la riparazione, alla paura con al rassicurazione, alla tristezza rispondiamo con la compassione e la consolazione, al disgusto si risponde con l’accettazione. E alla gioia? È l’unica che non cerca l’emozione complementare in quanto richiede la risonanza dell’altro, ovvero la condivisione.

In consulenza il nostro approccio è proprio questo: un ascolto attivo che consenta alla persona di contattare ciò che sente, pensa, vive nel qui ed ora e riscoprire le proprie capacità nell’affrontarlo, cercando di dare un nome alle proprie emozioni che prova o che non riesce a sentire, per poi orientare le proprie scelte.

Angela Passetti Consulente Familiare Consultorio La Famiglia di Palazzo di Assisi